domenica 9 dicembre 2018

Il Lupo e Cappuccetto Rosso


Il Lupo e Cappuccetto Rosso si incontrarono per caso.
"Io mordo," avvertì il Lupo.
"Lo so", disse Cappuccetto Rosso, e nascose rapidamente nella sua borsa il fucile, ricevuto in regalo all'onomastico, e le lastre con le scritture "proprietà privata", "non toccare con le mani" e "pericolo mortale" - dietro le sue spalle.
"Facciamo quattro passi?" lei suggerì.
"Non saprei..." disse il Lupo, "mordo..."
"Ho l'immunità", incoraggiò Cappuccetto Rosso e gli mostrò due cicatrici bianche sul suo polso sinistro.
"Ho zanne e scolari, guarda, eccoli qui," disse il Lupo ancora dubbioso.
"Solo una passeggiata", Cappuccetto Rosso insistette.
"C'erano i cappuccetti rossi nei miei tempi..." sospirò il Lupo.

Il Lupo aveva un grande cuore, e si preoccupava segretamente di tutti i cappuccetti rossi che aveva mai mangiato, specialmente di uno - il mezzo mangiato.

Cappuccetto Rosso aveva un familiare Tagliaboschi - esteta, intellettuale e sadico. Amava il cinema francese, Schiller e le bambine, nel suo caso Cappuccetto Rosso, anche se non era così piccola.

Una volta a settimana Cappuccetto Rosso andava a trovare Tagliaboschi. Lui le offriva il tè di erbe selvatiche e lunghe conversazioni, raccontando fatti interessanti della vita di Remarque o Godard. Quando il tè era bevuto e le storie erano finite,Tagliaboschi metteva Cappuccetto Rosso davanti a sé, prendeva la sua mano e la faceva girare per vederla meglio. Molto spesso il risultato non gli piaceva. Lui aggrottava la fronte e diceva in tono di rimprovero:
"Perché la tua gonna è così corta? è indecente. Sei Cappuccetto Rosso, non una gonnetta di jeans!", "Dov'è il tuo berretto? Perché i tuoi capelli son così arruffati?" Tagliaboschi tirava fuori alcune ragnatele e strette foglie verdi dai suoi capelli, "Dove bighelloni tutto il giorno?"
Cappuccetto Rosso non poteva dirgli che passava il tempo con il Lupo, camminando lungo i boschi più fitti, i cespugli di dafne, perciò alzava le spalle con aria estranea.
"Sei insopportabile," diceva Tagliaboschi severamente, "Ora te la faccio pagare".

La terza bis-bisnonna della sorellastra della nonna della zia di Cappuccetto Rosso sulla linea paterna era una famosa strega, e Cappuccetto Rosso ereditò due gocce di sangue magico. Nel suo tempo libero dalle passeggiate con il Lupo, lei inventava gli elisir d'anti amore e i pozioni anti interessanti. Offriva i primi agli ammiratori vecchi e fastidiosi, versava i secondi su se stessa, in modo da non attrarne di nuovi. Cappuccetto Rosso non era molto socievole, inoltre, sapeva bene che se Tagliaboschi avesse trovato qualcuno vicino a lei, a quanto pare, sarebbe stata lei a subire per prima la sua ira, indipendentemente da chi era: il venditore di stuzzicadenti o il prince azzurro con un mazzo di nontiscordardime.

L'amicizia di Cappuccetto Rosso e il Lupo era cosi stretta che Cappuccetto Rosso dimenticava che lui era un lupo e lei - un cappuccetto. Con il Lupo, anche se lui era il lupo, e lei era il cappuccetto, sentiva tutto chiaro e semplice. Inoltre, il lupo era affamato raramente, aveva un sacco di altri cappuccetti a sua disposizione: freschi, appena congelati, secchi, in scatola e anche solubili istantanei. Di tanto in tanto, tuttavia, il Lupo l'annusava e gli si avvicinava, ma riusciva sempre a mantenere il controllo e non si permise mai nulla nemmeno nei suoi pensieri. Anche Cappuccetto Rosso una volta si presentò mangiata dal lupo. Era spaventoso - il Lupo soffocò, avvelenò, gli fecero la lavanda gastrica, e poi soffrì ancora per molto tempo di un grave bruciore.

Per ovvi motivi, Cappuccetto Rosso non disse mai a Tagliaboschi sul Lupo (per il Lupo non aveva paura - un'elegante e brillante pistola con un cartello "contro i lupi", appesa al muro nella casa di Tagliaboschi, era fatta di cartapesta), ma quando il Lupo era fuori la foresta, le mancava, era arrabbiata per l'attesa e scaricava tutte le sue lamentele e malumore contro Tagliaboschi. Tagliaboschi si prendeva fuoco, la tirava per i capelli e allora lei sentiva che il suo senso di colpa diminuiva un po' e lei cominciava a sognare di essere di nuovo tra i cespugli impenetrabili di dafne, dove lei e il Lupo ululavano insieme all'unisono.
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Dedicata a J, che ha scelto di curare le anime come la sua professione e se la cava benissimo


venerdì 25 maggio 2018

nè stronzi, nè conigli

In effetti mi ritengo una persona tranquilla e gentile.
Vorrei sedermi in giardino, che i coniglietti grassi e pelosi saltino intorno a me, mi piacerebbe accarezzarli e dar loro da mangiare..
Ma il destino stravolge tutto ed è la peculiarità del mio lavoro che intorno a me ci siano stronzi, stronzi, stronzi e niente conigli!
E allora sobbalzo, afferrando, figurativamente parlando, la mia spada da samurai e...
Ma gli stronzi sanno nascondersi al tempo giusto.
Appena afferro la spada - loro si sono già nascosti!
Ed eccomi qui, un idiota in piedi con la spada, e intorno a me non ci sono nè stronzi, nè conigli.


venerdì 21 luglio 2017

La Regina delle nevi. Сarte in tavola.


- Regina, regina ... – la lappone alta e statuaria versò abilmente il pesce che friggeva sul focolare e si asciugò le mani al grembiule. - E che ne sai tu della Regina delle nevi?
- Mah... – Gerda scrollò le spalle. - Mia nonna mi raccontava che vive lontano al nord, nel palazzo di ghiaccio... Questo l’ho visto io stessa. E’ una potente maga. Cattiva. Nelle notti d’inverno vola per le strade delle città e si affaccia alle finestre, che si coprono dagli arabeschi ghiacciati dal suo respiro. Inoltre, - Gerda guardò fisso alla compagna - a volte rapisce persone. Già, questo è quello che so per certo.
- Cattiva - ripetè la lappone e si rivolse al fuoco.
- E perché hai deciso che sia cattiva?
- L'ho vista ...
- Ebbene?
- Giacciata. Fredda. Imprigionava Kay nel suo palazzo di ghiaccio, gli fece comporre delle parole con i pezzi di ghiaccio. Proprio così. Per divertimento.
- Comporre le parole per divertimento? Un divertimento strano. Beh, se lo avesse fatto ballare o cantare, renderlo un clown ... ma comporre le parole è strano. E come finì lì, tuo Kai?
- Gli rapì. Proprio dalla nostra città.
- Di notte? Arrivando su una nuvola nera?
- No - Gerda non capì la triste ironia nella sua voce. – Di giorno. E non su una nuvola, ma in una bellissima slitta bianca. Eravamo dei bambini... Promise a Kay il mondo ed i pattini nuovi, e lo prese con sè, nel suo palazzo di ghiaccio. A comporre le parole di cubetti di ghiaccio.
- E tu?
- Ed io mi avviai a cercarlo. Indossai le scarpe nuove, Kay non le aveva viste prima, e se ne andò.
- E allora?
- Allora ... poi accaddero un sacco di cose. Il palazzo Reale, una coppia di corvi, la piccola brigantessa... Alla fine arrivai al palazzo di ghiaccio e ci trovò Kai. Lo aiutai a comporre questa maledetta parola e la stregoneria si dissipò. E poi tornammo a casa, ci sposammo. Adesso abbiamo un figlio, per farlo dormire gli racconto la storia della Regina della neve.
- E tutta la magia nera faliì a causa di una parola? - non credette la lappone. - Il palazzo di ghiaccio, la tempesta, il gelo – tutto svanì a causa di una sola parola?
- Beh... sì - Gerda scrollò le spalle di nuovo.
- Quindi voi due ve ne andaste così facilmente dalla regina delle nevi, dalla strega cattiva potente?
- Perché no - ripeté Gerda - adempiemmo la sua condizione!
- E lei informò Kay così ingenuamente che cosa era necessario fare per fare crollare suo regno? Inoltre, lei stessa gli diede tale compito? Tuttavia è strano - la donna tolse dal fuoco il pesce pronto e ne mise sopra il fuoco un’altro.
- Strano - annuì Gerda - ma so una cosa: il regno della Regina delle nevi non c’è più, e mio Kay è con me. Per me questo è sufficiente.
 
- Gerda, andiamo? - un ragazzo giovane e forte comparve sulla soglia.
- Certo, Kay! Grazie per il riparo e il calore – si rivolse Gerda alla padrona di casa. - Abbiamo bisogno di raggiungere la città più vicina prima che cada la notte.

- Buona fortuna a voi - la donna guardò la coppia con una leggera tristezza.

***
  
La Regina delle nevi - tutti ne hanno sentito parlare, tutti ne hanno paura.

Ma di cosa si parla? Potere, ricchezza, palazzo, slitta bianca, nuvola nera... e va ignorata la parola chiave - di Neve.
Il palazzo - si, il blocco di ghiaccio.
La ricchezza - Certo, i cofani pieni zeppi di ghiaccioli scintillanti dell'arcobaleno - bello, ma inutile.
Il potere - su che cosa, sulla tempesta di neve? A cosa serve ad un uomo un potere del genere? A che cosa serviva tal potere alla piccola sciocca bambina lappone?
E c'era la predecessora che la accarezzava la testa e diceva: guarda com'è bella, vuoi che tutto questo sia tuo? - Voglio! - Allora, prendilo! Ora è tutto tuo: il palazzo, le cassapanche e la slitta. Ed essendo già sulla soglia, la giuardò sopra la spalla: se volessi lasciarmi, componi con pezzi di ghiaccio la parola "eternità".
E poi c'erano gli anni di solitudine nel palazzo freddo, dalla bianchezza luminosa che dopo due ore già iniziavano a danneggiare gli occhi. Non puoi nemmeno dormire normalmente perché il sole qui non tramonta mai.
Trovare dei servi e dei sottoposti? - Stupida Gerda! La regina delle nevi non è in grado di rapire, solo di persuadere. Nel palazzo di ghiaccio vivevano solo quelli che erano arrivati per propria volontà.

E lei, la piccola ingenua  bambina lappone voleva lasciare il palazzo di ghiaccio, lo voleva con tutto il cuore. Purtroppo alle bambine di campagna non si insegnano le lettere. La tua sorte è sposarsi, affumare il pesce, conciare, a cosa serve la lettura? Comporre una parola di ben 8 lettere era un compito insolubile per la grande cattiva strega. 

E così ha cominciato a cercare qualcuno che avrebbe potuto farlo per lei. Volava in inverno per le strade delle città, affacciandosi alle finestre. Una volta - nella vostra città, Gerda - sentì il ragazzo Kay сhe raccontava a un suo amico una storia che aveva letto. Che "aveva letto", Gerda, era un fanfarone, il tuo Kay... 
La regina gli promise il mondo intero ... e lui era avido, il tuo Kay. Chiese anche i pattini... E poi - per tutto questo lungo periodo durante il quale tu lo stava cercando - aveva armeggiato con quelle otto lettere. Pensi che la strega cattiva congelò il suo cuore, che lo rese come un suo giocattolo? - A cosa serve un giocatolo congelato, sempre piagnucoloso e fastidioso?
Chi poteva sapere che in realtà le fiabe vi leggeva tua nonna ... Ma santo cielo, che fortuna che tu eri una ragazza sveglia e diligente, e che sapevi come comporre le lettere per formare le parole. Che componesti la parola "Eternità".
Vi ne andaste a casa, dalla nonna e le sue rose. E lei, la regina, divenne finalmente libera.
L'ex Regina delle nevi si ritirò dal fuoco l'ultimo pesce e guardò fuori dalla porta. Vicino alla casa pascolava la renna vecchia, la stessa. La vecchia lappone sorrise. È diventata libera.


martedì 6 giugno 2017

Qualcuno lassù ci ha concepito particolarmente sensibile al dolore degli altri.
Da bambina leggevo molto, un mare di lettura sovetica: di Zoya Kosmodemyanskaya, dei pionieri-eroi, della "Giovane Guardia", del blocco di Leningrado... Ci sottoponevano a spremere lo schiavo presente in noi stessi, dissipare i dubbi, superare le fatiche. Goccia a goccia a crescere in un eroe. Ma il tempo ha dimostrato che la sensibilità e la compassione, le qualità modeste e antieroiche, sono molto più apprezzate e necessarie nella vita.
Che il probabile dolore di qualcuno sia la ragione di non alzare una spada. Che questo dolore non sia la merce di scambio nella fiera. Сhe non abbiamo mai una ragione per mostrare l'eroismo sul campo di battaglia. Mai.

mercoledì 5 aprile 2017

La fiaba dello squalo che voleva cantare.

Uno squalo voleva fare la cantautrice
Andò da un insegnante di canto e gli disse: "Mi puoi insegnare?".
"Controlliamo la tua voce" - disse allora l'insegnante di canto. - "Canti: ah-ah-ah!".
Lo squalo cantò. Ma appena aprì la bocca, l'insegnante vide i denti dello squalo e scappò in preda al terrore.
Lo squalo ingoiò il libro di musica per il dolore e andò avanti.
Giunse presso il coro di canto popolare e disse: "Voglio cantare!".
"Canti per noi", - disse il direttore d'orchestra. - "Ah-ah-ah!".
Lo squalo aprì la bocca e tutti scapparono subito: il coro, il direttore d'orchestra e anche la donna delle pulizie. Lo squalo ingoiò la bacchetta del direttore per il dolore e andò avanti.
Giunse al Teatro dell'Opera e disse: "Voglio cantare!"
"Canti per noi", - disse la regista. - "Ah-ah-ah!"
Lo squalo lo cantò e il direttore per paura cadde nella buca dell'orchestra e tutti i musicisti sparirono. Lo squalo masticò la coulisse di velluto e dopo aver pianto si avviò a casa.
Strada facendo incontrò un ragazzino, che gli chiese: "Squalo, perché piangi?". Lo squalo gli raccontò tutto: "Voglio cantare, ma tutti hanno paura di me!".
"Allora, vai alla radio!" - disse il ragazzino. - "Lì non ti si vede, ma ti si sente molto bene!".
Lo squalo si rallegrò, ringraziò il ragazzino e se ne andò alla radio.
Ora la gente ammira la sua voce. Solo il tecnico del suono a volte si arrabbia con lo squalo, quando lei ingoia i microfoni per sbaglio.
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*un giorno scriverò il libro di fiabe per bambini :))))))

martedì 4 aprile 2017

Ogni giorno vado al lavoro a piedi. Ci vogliono trentacinque minuti: circa tremilacinquecento
di passi e otto canzoni. Abbastanza rapidamente seguendo il ritmo. Da qualche parte nel mezzo del petto nasce e cresce, come una palla di neve, un nucleo di energia.
Oltre che riscalda, il sole interno rinnova con forza ogni cellula del corpo. Vorrei sorvolare la città, così come le persone nel mondo di Chagall.

C'era una volta, migliaia di anni fa, ballai con una persona la danza lenta. Oh, - mi dissero, - tu stai guidando, come se fossi un uomo. Avevo pochi anni, ero confusa. Volevo la voglia di nascondermi con tutte le mie "impostazioni sbagliate", che la gente non mi puntassero il dito. Ecco, pensavo a quale fosse la fonte dei miei problemi, di tutta quella disarmonia, di tutti i fallimenti. Quando guidi, dicevano, vicino a te può essere solo qualcuno guidato.

Tuttavia, è difficile nascondere il sole in un pugno. E' il sostegno interno che permette di alzarsi ancora e ancora. L'energia che può essere controllata e moderata. Si può chiuderla a chiave o usarla per riscaldarci nel nostro spazio silenzioso. Ma per usare consapevolmente il potere della sua volontà, aumentando o diminuendo l'intensità, è necessario comprenderla. Riconoscerla come una parte di noi stessi. E non aver paura della propria "configurazione sbagliate ".

giovedì 16 febbraio 2017

La storia di una mamma ideale.

1. Un giorno avrò un figlio e farò tutto al contrario.
Dall'eta di tre anni gli ripeterò: "Caro mio! Non è necessario diventare un ingegnere. Non devi fare l'avvocato. Non importa chi diventerai da grande. Vorresti essere un patologo? Va bene. Il commentatore di calcio? Per favore. Il clown al centro commerciale? Un'ottima scelta!"

Nel suo trentesimo compleanno verrà da me, il clown sudato e stempiato, con le venature di truccosul viso, e dirà: "Mamma! Ho trent'anni! Sono un clown al centro commerciale! E' proprio questo tipo di vita che volevi per me? Cosa pensavi, mamma, quando dicevi che l'istruzione superiore  non è  necessaria? Cosa volevi, mamma, quando mi permettevi di giocare, invece di studiare matematica?"

Ed io rispondo: "Tesoro, ho seguito la tua natura. Non ti piaceva la matematica, ti piaceva giocare con i bambini più piccili."

E lui: "Io non sapevo dove mi avrebbe portato, ero un bambino, non ero in grado decidere, e tu, tu hai rovinato la mia vita!" - e sborderà il rossetto sul viso con la manica della tuta.

Ed io mi alzerò, lo guardero attentamente e gli dirò: "Dunque, ci sono due tipi di persone: i primi vivono la loro vita, i secondi cercano dei colpevoli per i loro guai. E se non lo capisci - allora sei un idiota".

Lui dice "ah" e cade in svenimento.
La psicoterapia richiede circa cinque anni.

2. Oppure no!
Un giorno avrò il figlio, e farò tutto al contrario.
Dall'eta di tre anni gli ripeterò: "Non essere un idiota, pensa al futuro. Studia la matematica, se non vuoi fare l'operatore del call-center per tutta la vita. Scienze umane, che cosa? Ai nostri tempi è stata una roba da insufficienti".

Nel suo trentesimo compleanno, verrà da me, il programmatore, sudato e stempiato, con profonde rughe sul viso, e mi dirà: "Mamma! Ho trent'anni! Lavoro in Google. Sgobbo venti ore al giorno, mamma. Non ho famiglia. A cosa pensavi, mamma, quando mi dicevi che un buon lavoro mi avrebbe fatto felice? Che cosa volevi quando mi costringevi a studiare matematica?"

Ed io dico, "Tesoro, ma volevo solo che tu avessi una buona istruzione! Desideravo che tu avessi avuto tutte le possibilità, caro. "

E lui dice: "Perché avevo bisogno di queste opzioni se sono insoddisfatto, mamma? Passando vicino a un clown al centro commerciale lo invidio, mamma. E' felice. Avrei potuto essere al suo posto, ma tu, tu, tu hai rovinato la mia vita!" - e si stropiccierà il naso sotto gli occhiali.

E poi mi alzo, lo guardo attentamente e gli dico: "Dunque, сi sono due tipi di persone: i primi vivono la loro vita, i secondi si lamentano sempre. E se non lo capisci - allora, sei un idiota ".

Lui dice "oh" e cade in svenimento.
La psicoterapia richiede circa cinque anni.

3. O forse così:
Un giorno avrò il figlio, e farò tutto al contrario.
Dall'eta di tre anni gli ripeterò: "Sono qui non per decidere cosa devi fare. Sono qui per amarti. Vai da papà, caro, chiedilo a lui, io non voglio sentirmi colpevole di nuovo."

Al suo trentesimo compleanno, verrà da me, il regista, sudato e stempiato, con tristezza poetica negli occhi, e dirà: "Mamma! Ho trent'anni. Sono già trent'anni che cerco di ottenere la tua attenzione, mamma. Ti ho dedicato dieci film e cinque spettacoli. Ho scritto un libro su di te, mamma. Vedo che io non merito il tuo interesse. Perché mai esprimi la tua opinione? Perché mi mandi sempre al papà?"

Ed io rispondo: "Tesoro, ma non volevo decidere tutto io per te! Ti amavo visceralmente, caro, e per i suggerimenti abbiamo papà".

E lui dice: "Perché ho bisogno dei consigli di papà, se a te li chiedo, mamma? Per tutta la mia vita cerco di ottenete la tua approvazione, mamma. Sono pronto a dare tutto per la possibilita di capire che cosa pensi di me, almeno una volta. Con il tuo silenzio, la tua distanza tu, tu, hai rovinato la mia vita!"- e porterà una mano alla fronte in modo teatrale.

E poi mi alzerò, lo guarderò attentamente e gli dirò: "Dunque, сi sono due tipi di persone: i primi vivono, e i secondi stanno sempre ad aspettare qualcosa. E se non lo capisci - sei un idiota allora.".

Lui dice "eh" e cade in svenimento.
La psicoterapia richiede circa cinque anni.

domenica 22 gennaio 2017

L'altra tazza di tè

La vita è come viaggiare in treno. Con una varietà di fermate, cambiamenti di percorso e possono accadere anche gli incidenti. all'inizio ci sediamo in treno con i nostri genitori e pensiamo che in questo viaggio staremo con loro per sempre. Ma ad una stazione scenderanno e continueremo il viaggio da soli. Il tempo passa, la carrozza si riempie di altre persone. Alcune saranno molto importanti per noi e forse rimarranno fino alla fine del viaggio. Alcune scenderanno, lasciando un sedile vuoto accanto. Qualcuno sparirà, in una stazione sconosciuta , così piano che non presteremo attenzione al fatto che al suo posto sieda già una persona, completamente diversa. Questo viaggio sarà pieno di gioia, dolore, attesa, speranza, tradimento, perdono, saluti e addii. In alcuni momenti, penseremo a come tirare il freno d'emergenza, o a trasferirci in un'altra carrozza, e qualche volta rimarremo solamente a guardare con sincera curiosità fuori dal finestrino e osservare interessati i passeggeri che entrano ancora. E mai sappiamo a quale stazione scendiamo noi. Abbiamo solo bisogno di goderci il viaggio stesso e di renderlo possibilmente confortevole per i passeggeri seduti accanto. Infine, quando arriviamo al nostro capolinea è necessario che le persone che continueranno il viaggio, avvertano che il nostro posto è vuoto, e che rimangano loro dei meravigliosi ricordi di coloro che gli stavano seduti accanto. dall'altra parte, se avessi voluto piacere a tutti sarei nata cioccolata, no?

venerdì 20 gennaio 2017

Krasnojarsk, nel cuore della Siberia.

Krasnojarsk (in russo: Красноя́рск) - è una città della Russia siberiana centrale, capoluogo della regione omonima. Sorge sulle rive del fiume Enisej, a metà del suo corso, la riva sinistra della città si trova nella Siberia Occidentale, la riva destra - in quella Orientale.
le foto di Slava Stepanov,
http://gelio.livejournal.com/

Krasnojarsk è fortunata con la natura - si trova in una posizione pittoresca sulle rive del fiume Enisej, in una valle formata dal Sayan orientale. Si può vedere un bellissimo fenomeno a Krasnojarsk - il fiume Enisej, che non congela nella zona della città neanche nei periodi estremamente freddi, ma comincia praticamente a "galleggiare" nell'aria.

La causa di questo evento è che nella progettazione della centrale idroelettrica di Krasnoyarsk, che si trova a 50 chilometri prima della città lungo il suo corso, sono stati fatti degli errori ecologici. Come risultato abbiamo il crepaccio nel ghiaccio di una lunghezza di circa 200 km, invece dei previsti 20, che va ben oltre Krasnojarsk. Il clima della città è diventato un po' più tiepido, l'aria più umida, ma la cosa più importante è che l'Enisej vicino a Krasnojarsk ha smesso di congelarsi anche nei periodi piu' freddi.

domenica 15 gennaio 2017

Ventimila.

Tradotto da: Nautilius Pompilus - 20 000.
Testo originale (in russo): http://www.megalyrics.ru/lyric/nautilus-pompilius/000.htm

-Ventimila-

Il buio della notte non si può ingannare,
nascondendo il fuoco nel palmo della mano.
Beati coloro che riescono ad addormentarsi,
dormono e non sentono la corrente del fiume.

martedì 27 dicembre 2016

Il nono scotch - Nautilius Pompilius

In questo bar siamo rimasti soli,
dietro il vetro sfavillano le luci, 
ed il bancone barcolla
Come se fossimo su un vagone,
Attraverso la steppa nera, dove si aggira l'Orda,
Attraverso le montagne scure da qualche parte 
Verso la città in cui nessuno
Ci aspetta sul binario.

martedì 30 agosto 2016

L'uomo con il cappello.

    Un uomo aveva i capelli verdi. 
In questi capelli vivevano degli omini piccolini, ed i capelli erano per loro come una foresta..
    Quando l'uomo indossava il cappello, gli omini pensavano che fosse notte e così andavano a dormire nelle loro piccole case.
    Quando l'uomo tornava a casa e si togliava il cappello, gli omini pensavano che fosse mattina e cominciavano a fare le loro cose.
    Ma la cosa peggiore era quando l'uomo incontrava un amico sulla strada e sollevava il cappello solo per un secondo.
    In questo caso gli omini non sapevano cosa pensare.

mercoledì 27 luglio 2016

Ciao a tutti!

Se siete capitati su questa pagina per sbaglio, per caso o per volontà, allora dovete sapere quanto segue. Mi chiamo Irina, sono russa, abito a Mosca e mi sono completamente innamorata della lingua italiana. Tengo questo blog ai fini dell'apprendimento dell’italiano. Alcuni di questi testi me li hanno corretti i miei amici dello scambio linguistico. Li ringrazio tanto, sono molto gentili!
P.S. Se studiate la lingua russa e siete interessati ad uno scambio linguistico - contattatemi, escogitiamo qualcosa di interessante ;)

martedì 14 giugno 2016

Meraviglie vicine e lontane.

Questa lettera mi ha sognato un giorno al mattino, è di un mio vecchio amico. Su un foglio a righe spiegazzato c'era scritto circa quello che segue:

La gente pensa che la città sia generatrice di propria volontà creativa, del suo lavoro, e della sua noia. Pensa che nelle città non ci sia posto per il caos e l’ossessione. Si accertano di vivere in un quartiere tranquillo, i bambini vanno in una buona scuola, i negozianti ci salutano cordialmente, abbiamo il nostro tavolo in un buono pub dietro l'angolo... Beh, cosa potrebbe minacciare la nostra tranquillità qui?! Il cittadino è incurante, è vero. È convinto che la cosa peggiore che può aspettarlo sono i teppisti di strada e i conducenti ubriachi. È spiacevole, ovviamente, ma niente da fare, può succede.

Nessuno si aspetta che da qualche parte all'incrocio fra via Hohshtrasse e via Marktplatz, tra una tabaccheria e un negozio di animali, di fronte a lui si aprirà l’abisso.
Beh, tanto più inebriante un incontro inaspettato.

Gli altri miracoli, invece, preferiscono sorprendere la loro preda nei deserti e nelle grotte; nel peggiore dei casi - nella foresta di notte o in un sentiero di montagna. Ma non ce ne sono rimasti così tanti. Oggi i misteri sono affamati di sangue fresco e preferiscono stare più vicino alla gente. E noi... Сome sapete, stiamo costruendo le città per noi stessi e li riempiamo con i nostri corpi, che sono ancora adatti al lavoro, al sonno e all'amore.

Per quanto possa sembrare strano, anche per i miracoli siamo abbastanza adatti. Siamo come i cibi dolci, calorici, come legna secca per il fuoco - hanno bisogno di noi, e questo non è sempre una buona notizia.
Ma tutte le altre notizie possono andare affanculo.



sabato 23 gennaio 2016

La notte di Ivan Kupala.

Penso che ci sia un motivo per cui le feste estive sono così poche. É perché l'estate è di per se una grande festa. E ora, mentre la città è coperta dalla neve, i miei ricordi mi fanno venire in mente l'odore dei falò estivi. 
C'è un sortilegio slavo, che inizia con una canzone con le parole seguenti: "Il buio della notte non si può ingannare, nascondendo il fuoco nel palmo della mano. Beati coloro che riescono ad addormentarsi, dormono e non sentono lo sciabordio del fiume..". In realtà la notte di Ivan Kupala (divenuta più tardi nella tradizione cristiana la notte prima della Natività di San Giovanni Battista) non si dorme fino all'alba, non solo per poter sentire il canto degli elfi, ma soprattutto per proteggersi per tutto l'anno successivo. Il Giorno di Ivan Kupala è una festività collegata al Solstizio d'estate, quando le notti sono le più corte dell'anno.


Probabilmente la tradizione principale della notte di Ivan Kupala è fare il falò. Sin dai tempi antichi, la gente credeva che il fuoco fosse in grado di proteggerla dalle forze del male. il fuoco è l'elemento depurativo più potente ed efficace: può bruciare tutta la sporcizia ma rimane sempre puro. Il falò di Ivan Kupala si accende in diversi modi particolari e potrebbe essere dedicato a diversi dei pagani: il falò di Rod, Veles, Perun.... Di per sé il fuoco aveva lo scopo di "aiutare" il sole a sconfiggere il superiore del cielo, che simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre. Attizzando il fuoco e mantenendolo fino al mattino, le persone salutano il nuovo sole del giorno nuovo.
Fino ad ora si è diffusa l'abitudine di saltare sopra il fuoco, come rito di purificazione. Sopra il fuoco viene messo un palo alto, decorato con ghirlande e coronato da foglie o da una ruota. La combustione dei pali simboleggia il superamento di tutte le cose vecchie ed obsolete, uno dei momenti più solenni della festa.

La notte di Ivan Kupala è una notte di divinazione. Da bambine, per questa ricorrenza tessevamo corone di erbe, facevamo una piccola barca giocattolo con la corteccia degli alberi e, quando la luna si alzava, andavamo al fiume. Si doveva mettere una candela accesa nella barchetta e poi lasciarla galleggiare verso valle. Secondo la leggenda, se qualcuno laggiù avesse trovato la tua barchetta sarebbe diventato il tuo fidanzato. Se la barchetta fosse affondata, allora la Dea Verta aveva preso il tuo dono, e anche se non avessi incontrato nessuno in quell'anno, lei ti avrebbe tutelato.


Inoltre, mettevamo due specchi uno di fronte all'altro e, dopo un certo rito, era necessario guardare il riflesso finale dello specchio per vedere il futuro. Ma era necessario guardare in modo tale da non
guardare il suo riflesso, perché se si sono riflessi negli specchi per 12х12 volte, il Morok avrebbe potuto risucchiare la tua anima nello specchio. Tuttavia, qualsiasi infrazione delle numerose regole della divinazione comportava la minaccia che il Morok potesse arrivare nel mondo reale, e portare guai. I giochi con gli specchi erano molto spaventosi!

Anche nella notte di Ivan Kupala si cerca il fiore di felce, che apre al suo proprietario i tesori e misteri del mondo, dà la chiaroveggenza e potere sugli spiriti immondi. Secondo le leggende, la felce fiorisce in questa notte solo per un attimo. 

Strappare il fiore è molto difficile, tanto più che le forze del male in ogni modo cercano di impedirlo. Per strapparlo è necessario disegnare un cerchio attorno a sé col coltello sacro, leggere lw parole magiche e aspettare la mezzanotte. Gli spiriti maligni cercano di distogliere il cacciatore: fanno rumore, lo chiamano con la voce di una persona cara. Se si risponde alla voce o ci si rivolge a un fantasma, si può perdere la vita. Lo spirito maligno invece deve dare prova di rubare il fiore strappandogli la testa ed inviando l'anima del sfigato al diavolo con il quale usa abbellire l'inferno. Strappando il fiore si deve correre nascondendolo sotto la camicia senza guardarsi indietro a meno che disederiate a fare una fina dolorosa. Secondo un'altra tradizione, si mette delicatamente sul palmo aperto e si porta a casa senza guardarsi indietro.


La notte di Ivan Kupala  è un mommento di gioia e divertimento molto alto e ci si sente un tutt'uno con la natura, con il mondo circostante. E se tutto fiorisce intorno com'è possibile non cantare e non divertirsi? Gli urli, gli spari, le canzoni ad alta voce segnano l'inizio della festa. Rumorosi festeggiamenti che non smettono fino all'alba.


sabato 12 dicembre 2015

Voi amate il mare?

Voi amate il mare?
Non so se lo amo o no. Normalmente non mi concede di scervellarmi con questioni così complesse. So solo che il mare è, che esiste in qualche luogo molto lontano da me. Di tanto in tanto mi piacerebbe andarci, e nei momenti particolarmente tristi credo che   solo al mare starò bene. 

Quando si vede il mare per la prima volta, non è mai esattamente come lo si immaginava. Tutti i sogni e le aspettative cadono a pezzi come un castello di sabbia essiccato al sole, e invece di saltare in acqua con rincorsa oppure di provarla delicatamente con i piedi nudi, ti blocchi sul posto, e non è chiaro cosa sia più ampio: il mare esteso sin dove si arriva con la vista o i tuoi occhi spalancati per la meraviglia. Ma deve passare un po 'di tempo per capire che questo mare è lo stesso mare di cui hai sentito e letto. Grande e bagnato.

Avete mai conosciuto il mare?

Non so come si faccia a conoscere il mare. In primo luogo, si vuole guardarlo e notare: questa è l'acqua, così vasta, questa è l'onda. Le solite cose, ma affascinano a lungo fino a quando gli spruzzi caduti sulla pelle riscaldata non ti ritirano dalla confusione inebriante. 

Anche il mare più caldo brucia quando ti immergi in esso per la prima volta, per un attimo, come un colpo di fulmine, come il morso di un serpente, come una piccola morte istantanea. Sguazzi in esso come se mai sapessi nuotare e non si accorgi, quando smetti di combattere contro gli elementi e semplicemente barcolli sulle onde morbide che accarezzano la pelle, sentendo su ogni cellula come l'acqua salata guarisca le piccole ferite e lavi via ogni male. E sorridi beatamente.

Puoi entrare nel mare un numero infinito di volte, ma rimanerci per sempre  è impossibile, si morirebbe.

Conoscete le persone le quali assomigliano al mare?

mercoledì 21 ottobre 2015

Nell'ufficio della migrazione


- L’erba del vicino è sempre più verde. Dove tu nasci, quivi tu pasci. Più vale il fumo di casa mia che il fuoco dell'altrui.
- Ho capito bene che il mio passaporto non è ancora pronto?
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- В гостях хорошо, а дома лучше. Где родился - там сгодился. Хорошо там, где нас нет!
- Я так понял, мой загранпаспорт еще не готов?


domenica 27 settembre 2015

Il campo pionieri abbandonato "La Fiaba".

Il fine settimana mi è capitato di visitare assolutamente per caso un posto triste e interessante allo stesso tempo.
Situato nella regione Dmitrovskij vicino a Mosca, il campo pionieri estivo dall'arredamento psichedelico smise di accettare i bambini più di 30 anni fa. La sua decorazione è dedicata al tema del mondo sommerso, e il suo nome parla da sé. Ma qui la fiaba si è rivelata piuttosto terrificante.
Anni fa in quessto campo si riposavano i bambini sordi, ma negli ultimi tre decenni ci viene solo chi ama esplorare i luoghi abbandonati. Nel campo ci sono diversi edifici con decorazioni piuttosto particolari, che in collaborazione con la vacuità e la vecchiaia di questo posto formano l'atmosfera inquietante e psichedelica. Dappertutto si possono vedere creature marine gigantesche - stelle marine, coralli, alghe.
Oltre a biblioteca, sala da pranzo e spazi abitativi c'è uno strano bunker, evidentemente destinato ad esigenze economiche. Ora è aperto, quindi si può provare ad esplorarne il suo interno.

 

martedì 22 settembre 2015

domenica 20 settembre 2015

Questo mondo è una meraviglia. Non c'è niente da fare, è una meraviglia. E se riesci a sentirti parte di questa meraviglia – ma non tu, con i tuoi due occhi e i tuoi due piedi; se Tu, questa essenza di te, sente d'essere parte di questa meraviglia – ma che vuoi di più, che vuoi di più?
(с) Tiziano Terzani

venerdì 18 settembre 2015

L'itinerario per il fine settimana: Plës.

Plёs - è una piccola città nella regione di Ivanovo, nel bel mezzo dell'Anello d'Oro.
Molti preferiscono combinare il viaggio a Plës con quello a Kostroma, ma io ve lo sconsiglio, perché Plës è una città autosufficiente e totalmente favolosa, non vorrete andarvene presto! Questa è una delle più antiche città della Russia, conservato l'autentico aspetto storico e naturale.
I paesaggi di Plёs si possono vedere nei dipinti di Isaac Levitan, il panorama della città e la costiera del Volga - nel film "Una romanza crudele" ("Жестокий романс") di Eldar Ryazanov.


Cosa a cui vi consiglio di prestare attenzione:
1. La chiesa Varvarinskaya.
Il panorama del corso del fiume Volga raffigurato bene con la chiesa Varvarinskaya. È assolutanente bianca e decora la parte orientale della città. Questo è un tempio settecentesco provinciale, modesto, privo di fronzoli è stato costruito in stile classico con le forme tridimensionali.
Indirizzo: via Urizcogo, 22

2. La chiesa della Resurrezione di legno.
Chiesa di legno della Resurrezione (Voskresenskaya) in Ples ha un altro nome poetico - "sopra il riposo eterno", come l'ha fatto immortalato Isaac Levitan sulla stessa tela nel 1894. Questa piccola ma suggestiva chiesa si innalza verso il cielo con suo tetto alzato con una piccola cupola a cipolla su un piedistallo quadrato.
Indirizzo: La discesa "Spusk Svobodnoj gory".

3.La casa-museo di Levitan.
I pittoreschi dintorni della città di Volga Ples, insieme a monumenti religiosi, hanno attirato la particolare attenzione e la creatività Isaac Levitan, che è arrivato qui nel 1888, ed ha trovato una fonte inesauribile di ispirazione.
Indirizzo: via Lunaciarskogo, 4.

4. Museo dell'antica famiglia russia.
Agli appassionati di storia e di oggetti dell'antica civiltà contadina, senza dubbio sarà interessante il museo privato di Plёs, fondato dall'archeologo Pavel Travkin — il museo (villa) dell'antica famiglia russia. Sulla base delle escavazione a Plёs, è possibile affermare che questo è la più ben conservata città dell'antica Russia.
Indirizzo: La discesa "Spusk Svobodnoj gory", 1.

5. Il gatto di Ples.
Sul lungofiume di Volga, nei pressi del porto, i turisti incontrano il monumento del gatto del 2008 (autore della scultura — Oleg Illarionov). "Il gatto di Ples" - è un monumento a un particolare animale di nome Muha dell'artista Vitaly Panchenko, che visse vicino al porto turistico e l'attuale sede del monumento.
Questo gatto è morto tragicamente per salvare i suoi gattini in una lotta con un cane del cortile, rendendo triste i suoi padroni. Tra i residenti e gli ospiti della città la scultura è nota come il monumento a tutti gli animali da compagnia morti amati.
Indirizzo: via Sovetskaya, 77.

6. La chiesa della Resurrezione
E 'stata costruita nel 1817 sul sito di due chiese in legno. Secondo la leggenda, ha deciso di sostituire i vecchi templi con dei nuovi per commemorare la vittoria su Napoleone. Chiesa della Resurrezione - un importante centro dominante della città, il suo alto campanile è visibile scuro da lontano.
Indirizzo: via Lenina, 2.

7. Il piroscafo.
Siate sicuri di fare un giro in barca lungo il Volga. Si tratta di un viaggio divertente e poco costoso, ma durante il quale si vede l'antica città dall'acqua. E' uno spettacolo indimenticabile. Inoltre guardate la residenza di D. Medvedev - palazzo Milowka.




 


Come raggiungerla da Mosca:
In auto: la lunghezza del percorso da Mosca a Ples attraverso Suzdal è circa 370 chilometri, la strada di solito richiede 4-4,5 ore. Si può anche paasare qualche ora in Suzdal per passeggiare al Cremlino o vedere il Monastero di San Euthymius, e forse fare il pranzo.
Dalla stazione della metropolitana "Schelkovskaya" ci sono gli autobus per Ivanovo, poco distante da Plёs. Da Mosca a Plёs c'è anche un autobus diretto - alle 18:00 tutti i giorni.

martedì 18 agosto 2015

Sulla Collina dei passeri si terrà il Festival Internazionale dei fuochi d'artificio.

Il 21 e il 22 agosto sulla riva destra del fiume Moscova, sul Vorobyovy Gory si terrà il festival Internazionale dei fuochi d'artificio, riferisce «Interfax» con riferimento agli organizzatori — la società «Rostech». 
Ad esso parteciperanno squadre provenienti da decine di Paesi in Europa, Asia e America Latina. Molti degli ospiti hanno già ricevuto  premi a festival internazionali. I pirotecnici si sfideranno in abilità in diverse categorie, e il pubblico potrà assistere ad uno spettacolo di due giorni.
21 agosto: Bielorussia "Calvino", Repubblica Ceca «Minergis», Italia «Fuochi d'artificio Parente», Spagna «IGUAL»
22 agosto: Finlandia, Cina «New Year», Cile «SPApirotecnia», Russia

domenica 16 agosto 2015

Le sfingi di San Pietroburgo.


Le famose sfingi di San Pietroburgo sono i monumenti più antichi della città: risalgono, infatti, a circa tremilacinquecento anni fa. Oltre ad impreziosire il lungofiume vicino all'Università di San Pietroburgo e ad avere una lunga storia, dietro le sfingi ci sono tante leggende metropolitane.

Secondo la leggenda, durante il giorno le sfingi cambiano l'espressione del viso. Al mattino, sembra calmo e tranquillo e rimane sereno fino a mezzogiorno, ma alla sera, i volti antichi cambiano e diventano inquietanti e minacciosi. Alcuni abitanti della città in particolare vanno alle sfingi prima del tramonto per catturare il momento in cui il volto della statua comincia a cambiare. Tuttavia, si ritiene che, per le persone facilmente impressionabili, sia meglio evitare questo spettacolo: si dice che quelli che vedono il volto della Sfinge cambiare espressione possano impazzire.

Allo sguardo della sfinge si attribuisce il potere di far impazzire le persone, e persino quello di far loro cambiare idee politiche: nel 1938 un komsomolec della ditta Lengostrojtest spinse i membri della sua brigata sulla spiaggia del lungofiume e si mise a insultare Stalin. Più tardi all’NKVD spiegò che fu l’idolo egizio a incitarlo a compiere una simile azione.
Si racconta inoltre che le sfingi, sin dall’antichità legate al Nilo, abbiano addolcito il carattere della Neva. 

Ad ogni modo, le fiabe più sensazionali sono dissipate da un fatto inconfutabile: questa parte di lungofiume è eccezionalmente piacevole e rilassante con qualsiasi tempo e a qualsiasi ora.

giovedì 13 agosto 2015

La giornata dell'India nel parco Sokolniki.

Il 16 agosto, sul palco Centrale del parco Sokolniki si terrà il festival della cultura indiana nell'ambito delle celebrazioni per il Giorno dell'indipendenza dell'India.

Il programma degli eventi festivi comprende un concerto di gala di artisti indiani e russi, delle danze e vari concorsi a premiIl programma include anche il discorso dell'ambasciatore indiano in Russia, nel corso di una solenne cerimonia.

Al festival saranno presentate diverse specialità culinarie indiane, ci saranno corsi di perfezionamento di yoga, ayurveda e tantraI visitatori potranno acquistare i tradizionali souvenir indiani in esposizione oltre che gioielli e bigiotteria fatti a mano dai migliori maestri.

Per i bambini si terrà uno speciale programma di intrattenimento.



lunedì 3 agosto 2015

Non c'è nulla di strano, è soltanto Steven Spielberg che sta lavando il suo alieno..


sabato 1 agosto 2015

Parco naturale dei Pilastri della Lena.

Parco naturale dei Pilastri della Lena (in russo: Lenskiye Stolby) è il nome dato a una formazione rocciosa naturale lungo il corso del fiume Lena nella parte orientale della Siberia. I pilastri sono alti 150-300 metri e si sono formati in uno dei bacini marittimi del periodo Cambriano. Il Parco Naturale dei Pilastri della Lena è stato annoverato nella lista del Patrimonio dell’umanità nell'estate del 2012. Questo parco si trova a meno di un giorno di navigazione controcorrente dalla città di Jakutsk, la capitale della Repubblica Sacha-Jakutija.
In questi luoghi selvaggi non c'è nessun insediamento umano, che, accoppiato con dellespecie animali insolite, causa alcune esperienze mistiche ai numerosi turisti.
Per molti secoli per i jacuti e i evenki che vivevano nelle terre della Yakutia, questo posto era sacro. Solo gli sciamani potevano recarsi in questi posti per parlare con gli Dei. Per alcuni i pilastri  assomigliano ad un enorme muro di un castello medievale, ad altri ricordano le zanne di un drago, ad altri ancora sembra che siano  giganti di pietra congelati. Invece per i jacuti sono il monumento portante di amore, lealtà e coraggio.
In realtà i pilastri di Lena sono altro non è che una coppia di amanti che sono stati incantati da un drago: la storia racconta di un giovane ragazzo che sconfisse un serpente malvagio che voleva rapire la sua amata moglie in un duello mortale ma il drago alla fine riuscì a vendicarsi.


martedì 28 luglio 2015

La Carelia. Il cedimento Ruskealskij

Il cedimento Ruskealskij si trova nella Carelia, è un enorme buco nella terra ad una profondità di circa dieci metri. Se si guarda da sopra, si vede solo l'acqua nel buio...
Secondo i ricordi dei residenti locali, il cratere si è formato negli anni sessanta del secolo scorso, dopo alcuni potenti esplosioni in una cava vicina. Il tetto delle vecchie gallerie mezzo sommerse si ruppe e cadde in acqua. Sulla superficie si aprì un impressionante foro ovale di circa 20 per 30 metri.


La caratteristica principale del  cedimento è il microclima speciale. A causa dell'effetto del "sacco freddo" il ghiaccio in punti distanti del cratere non si scioglie mai. Su di esso si può camminare con cautela anche in estate.



In inverno attraverso il  buco si accumula il freddo, invece in estate l'acqua calda e la pioggia sciogliono poco a poco il lago a forma del foro.


Dal mese di giugno, i ricercatori devono prima andare giù con la corda in un gommone, e poi scendere dal gommone sul ghiaccio.


Per gli speleologi esperti il piombino profondità di 12 metri non è un serio ostacolo, ma in combinazione con l'acqua e il ghiaccio, questa discesa può essere agitata. Provare questa esterienza non è facile, ma interessante. 

sabato 25 luglio 2015

Un altro monumento molto strano: Lenin movibile.

Questo insolito monumento si trova nel centro di Mosca, ma a causa della sua posizione poco appariscente pochi lo conoscono. Vladimir Ilyich Lenin osserva il quartiere da una piattaforma meccanizzata montato su ruote dell' altezza di quattro metri.

Nelle intenzioni dei suoi creatori, i lavoratori della Ferrovia Oktiabrskaja, la statua del capo doveva viaggiare sulle ferrovie della Russia. Arrivando alla stazione, dove non c'era un monumento a lui dedicato, Lenin meccanico avrebbe potuto girarsi verso la stazione per tenere una riunione solenne o altri eventi pubblici.

Questo piccolo monumento si trova accanto alle botteghe della Ferrovia Oktiabrskaja, tra le strade ferrate delle stazioni Leningradskij e Yaroslavskij. Talvolta è chiamata "Lenin su dresina" o "Lenin su ruote."

Accanto a questo insolito monumento si può vedere anche un vecchio vagone di legno a due assi ristrutturato con la scritta "Museo" e il semaforo ferroviario.