mercoledì 5 aprile 2017

La fiaba dello squalo che voleva cantare.

Uno squalo voleva fare la cantautrice
Andò da un insegnante di canto e gli disse: "Mi puoi insegnare?".
"Controlliamo la tua voce" - disse allora l'insegnante di canto. - "Canti: ah-ah-ah!".
Lo squalo cantò. Ma appena aprì la bocca, l'insegnante vide i denti dello squalo e scappò in preda al terrore.
Lo squalo ingoiò il libro di musica per il dolore e andò avanti.
Giunse presso il coro di canto popolare e disse: "Voglio cantare!".
"Canti per noi", - disse il direttore d'orchestra. - "Ah-ah-ah!".
Lo squalo aprì la bocca e tutti scapparono subito: il coro, il direttore d'orchestra e anche la donna delle pulizie. Lo squalo ingoiò la bacchetta del direttore per il dolore e andò avanti.
Giunse al Teatro dell'Opera e disse: "Voglio cantare!"
"Canti per noi", - disse la regista. - "Ah-ah-ah!"
Lo squalo lo cantò e il direttore per paura cadde nella buca dell'orchestra e tutti i musicisti sparirono. Lo squalo masticò la coulisse di velluto e dopo aver pianto si avviò a casa.
Strada facendo incontrò un ragazzino, che gli chiese: "Squalo, perché piangi?". Lo squalo gli raccontò tutto: "Voglio cantare, ma tutti hanno paura di me!".
"Allora, vai alla radio!" - disse il ragazzino. - "Lì non ti si vede, ma ti si sente molto bene!".
Lo squalo si rallegrò, ringraziò il ragazzino e se ne andò alla radio.
Ora la gente ammira la sua voce. Solo il tecnico del suono a volte si arrabbia con lo squalo, quando lei ingoia i microfoni per sbaglio.
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*un giorno scriverò il libro di fiabe per bambini :))))))

martedì 4 aprile 2017

Ogni giorno vado al lavoro a piedi. Ci vogliono trentacinque minuti: circa tremilacinquecento
di passi e otto canzoni. Abbastanza rapidamente seguendo il ritmo. Da qualche parte nel mezzo del petto nasce e cresce, come una palla di neve, un nucleo di energia.
Oltre che riscalda, il sole interno rinnova con forza ogni cellula del corpo. Vorrei sorvolare la città, così come le persone nel mondo di Chagall.

C'era una volta, migliaia di anni fa, ballai con una persona la danza lenta. Oh, - mi dissero, - tu stai guidando, come se fossi un uomo. Avevo pochi anni, ero confusa. Volevo la voglia di nascondermi con tutte le mie "impostazioni sbagliate", che la gente non mi puntassero il dito. Ecco, pensavo a quale fosse la fonte dei miei problemi, di tutta quella disarmonia, di tutti i fallimenti. Quando guidi, dicevano, vicino a te può essere solo qualcuno guidato.

Tuttavia, è difficile nascondere il sole in un pugno. E' il sostegno interno che permette di alzarsi ancora e ancora. L'energia che può essere controllata e moderata. Si può chiuderla a chiave o usarla per riscaldarci nel nostro spazio silenzioso. Ma per usare consapevolmente il potere della sua volontà, aumentando o diminuendo l'intensità, è necessario comprenderla. Riconoscerla come una parte di noi stessi. E non aver paura della propria "configurazione sbagliate ".