martedì 6 giugno 2017

Qualcuno lassù ci ha concepito particolarmente sensibile al dolore degli altri.
Da bambina leggevo molto, un mare di lettura sovetica: di Zoya Kosmodemyanskaya, dei pionieri-eroi, della "Giovane Guardia", del blocco di Leningrado... Ci sottoponevano a spremere lo schiavo presente in noi stessi, dissipare i dubbi, superare le fatiche. Goccia a goccia a crescere in un eroe. Ma il tempo ha dimostrato che la sensibilità e la compassione, le qualità modeste e antieroiche, sono molto più apprezzate e necessarie nella vita.
Che il probabile dolore di qualcuno sia la ragione di non alzare una spada. Che questo dolore non sia la merce di scambio nella fiera. Сhe non abbiamo mai una ragione per mostrare l'eroismo sul campo di battaglia. Mai.